Karim Franceschi é il 26enne senigalliese che lo scorso anno si è arruolato nella resistenza curda, combattendo a Kobane, al confine con la Turchia, nel cuore della resistenza anti-ISIS. Figlio di padre partigiano e madre marocchina, da sempre nutritosi di militanza politica nei movimenti, Franceschi si definisce un comunista ed è l’unico italiano ad aver combattuto le milizie jihadiste. L’unico italiano ad essere diventato un combattente. E “Il combattente” è il libro di recente pubblicazione in cui il giovane racconta quei 3 mesi di lotta al fronte. Franceschi ha raccontato la lotta partigiana a fianco dello Ypg (Unità di protezione popolare curda). Il 26enne è stato addestrato per diventare un cecchino. In guerra è diventato “Marcello”. Certo, con il suo kalashnikov, Franceschi ha ucciso delle persone. Ma per lui non è un vanto. Non ci sono trofei da sfoggiare una volta tornati. Solo la consapevolezza di aver lottato con i compagni curdi con i quali ha sempre condiviso degli ideali. Gli stessi, ci tiene a specificarlo, che lo hanno spinto a donare buona parte dei proventi del libro alla ricostruzione di Kobane. Una città simbolo perché rappresenta la più grande sconfitta dell’ISIS. Ma anche una realtà devastata dalla guerra, dove la neve cade nei salotti delle case squarciate dalle bombe.