“Era il 26 dicembre, me lo ricordo perché era Santo Stefano. È successo che, mentre andavo al lavoro, questo è arrivato in bici. Me lo sono trovato accanto di colpo perché non mi ero accorta di lui (ero al telefono con mio marito, ero distratta). Ha iniziato a dire le solite cose: “Ciao bella, cosa fai, ci conosciamo”. Poi fa per toccarmi il braccio. Aveva una brutta faccia e una bottiglia in mano, io gli ho subito detto di andare via ma lui ha proseguito a importunarmi. Mi ha presa per il braccio e lì ho alzato la voce ma lui niente. Mio marito, che ha sentito, è sceso di casa mentre io avevo fatto dietrofront e avevo iniziato a camminare per poi correre verso casa. Quello mi ha inseguito in bici. “Adesso ti prendo” mi diceva da dietro. Siccome viviamo vicinissimi a dove lavoro, ci ho messo pochissimo a raggiungere mio marito. Quando sono salita in macchina, lui si è dileguato. Diciamo che se non ci fosse stato mio marito non so come sarebbe andata”.
Questa è la testimonianza che ho ricevuto da Sara (nome di fantasia). Lei è un’infermiera di 38 anni della provincia di Venezia. Lei ha lai fortuna di vivere a pochi passi dal luogo di lavoro, dove potrebbe andare ogni giorno a piedi. All’inizio lo facevo ma oggi non lo fa più perché sono state tante le volte in cui è stata vittima di molestie e attenzioni non gradite. L’ultima, quella del Santo Stefano del 2023, l’ha spaventata molto e da quel giorno non ha più la libertà di uscire di casa da sola. “Sono arrivata al lavoro – prosegue lei -. Ho chiamato la polizia ma loro mi hanno detto che avrei dovuto chiamarli sul momento e che comunque quella è una zona attenzionata. E poi anche la polizia mi ha detto: “Si faccia accompagnare”. Si ciao. Comunque sì, non mi sono più fidata ad andare da sola la sera”.
Molestata quando era incinta
Tuttavia quella non è stata l’ultima volta. “Era lo scorso marzo, di primo pomeriggio – continua a raccontare Sara -. Due uomini hanno tentato un approccio mentre passeggiava con il cane ed ero anche visibilmente incinta perché ero all’ottavo mese. Nemmeno questo li ha fermati. Questi due si sono avvicinati, sempre in bici e mi hanno affiancato, sempre con le solite frasi. Io anche lì gli ho risposto male, dicendo di lasciarmi stare. Loro hanno riso, però il cane è intervenuto semplicemente abbaiando e li ha mandati via”.
Sono anni che succedono queste cose a Sara che, pensandoci bene, come capita spesso alle donne, ha passato una vita intera a doversi guardare dalla prevaricazione degli uomini. “Se ci penso è così da quando ho 15 anni, alla fermata dell’autobus, in una pausa in spiaggia però mi sono sempre difesa e li ho fatti andare via. Adesso però ho problemi anche a fare 5 minuti a piedi per andare al lavoro. Ora dovrò farmi accompagnare o andare in macchina perché nessuno controlla la zona e non è nemmeno molto illuminata”.