Tony Effe non è né una vittima né un perseguitato ma togliere il palco a un cantante per ciò che dice, chiunque esso sia, è ingiusto e rappresenta un errore madornale. Il fatto. Al cantante ,che si sarebbe dovuto esibire a Roma per il capodanno 2025, è stato chiesto, inizialmente da alcuni esponenti del Pd, di Azione, delle associazioni e anche di Fdl e infine dal Campidoglio, di non salire sul palco dell’evento di fine anno, per i tesi delle sue canzoni, che “sono irrispettosi nei confronti delle donne”.
È ingiusto perché crediamo tutti (mi auguro) in un Paese in cui ci sia ancora libertà. Poi possiamo anche chiederci se le porcherie che canta Effe rientrino nel concetto di “libertà di espressione”. Ma intanto lui ha il suo seguito e quello non può essere arginato. Sicuramente non può essere un Comune o un comitato etico di turno a sentenziare. Decide il mercato. Se la gente lo ascolta, che canti. (altro…)