Nel Sud Italia si contano 305 orfani di femminicidio, di cui 72 in Campania. Sono i dati emersi nel corso di una tavola rotonda che si è tenuta nel capoluogo partenopeo mercoledì 15 novembre, organizzata dalla cooperativa sociale Irene 95 e dal Consorzio Co.Re, in collaborazione con il Comune di Napoli.
Orfani di femminicidio, mancano i percorsi condivisi
Maria de Luzenberger, pm al tribunale per i minorenni di Napoli ha sottolineato come in molti paesi esistano delle agenzie per queste vittime minorenni, cosa che manca in Italia. Da una parte serve un percorso condiviso, dall’altro, è necessario seguire ogni singolo caso nella sua specificità. Per questo Nunzia Brancato, dirigente divisione anticrimine della Questura di Napoli che detto che “non c’è ancora un protocollo che ci consente di entrare nell’immediatezza del delitto. Per questo è un bene avere degli schemi predefiniti, una preparazione di base, perché può aiutare a conoscere un contesto che si può replicare anche se non si può dare mai per scontato niente.
Elena Procino, del comitato pari opportunità dell’Ordine degli Psicologi della Campania ha parlato anche dell’importanza di puntare l’attenzione sulle emozioni: “Abbiamo parlato poco dell’emozione del dolore che questi bambini provano. I bambini provano un dolore immenso e anche tanta rabbia. Il lavoro che possiamo fare è questo: educare alle emozioni, che non sono solo quelle positive che la nostra società ci impone. Dobbiamo fare i conti anche con quelle negative”.