STEFANO PAGLIARINI

GIORNALISTA

Troppe violenze sui mezzi, arriva un servizio di autiste donne solo per le donne

Un autobus per sole donne e condotto da donne per evitare le molestie e le violenze sulle donne. È il punto a cui è arrivato l’Egitto con questa idea di un’azienda di trasporti privati nel paese nordafricano.

La decisione arriva dopo una serie di episodi di violenza avvenuti a bordo delle auto di trasporto con autista. Così è nato un servizio di donne per le donne, che conta già 800 mezzi tra Il Cairo e Alessandria. Lo riporta Ahram online ricordando che quello della sicurezza in taxi è diventato anche un tema centrale nel dibattito politico. (altro…)

Molestata sotto casa, anche quando era incinta: “Non esco più da sola”

“Era il 26 dicembre, me lo ricordo perché era Santo Stefano. È successo che, mentre andavo al lavoro, questo è arrivato in bici. Me lo sono trovato accanto di colpo perché non mi ero accorta di lui (ero al telefono con mio marito, ero distratta). Ha iniziato a dire le solite cose: “Ciao bella, cosa fai, ci conosciamo”.  Poi fa per toccarmi il braccio. Aveva una brutta faccia e una bottiglia in mano, io gli ho subito detto di andare via ma lui ha proseguito a importunarmi. Mi ha presa per il braccio e lì ho alzato la voce ma lui niente. Mio marito, che ha sentito, è sceso di casa mentre io avevo fatto dietrofront e avevo iniziato a camminare per poi correre verso casa. Quello mi ha inseguito in bici. “Adesso ti prendo” mi diceva da dietro. Siccome viviamo vicinissimi a dove lavoro, ci ho messo pochissimo a raggiungere mio marito. Quando sono salita in macchina, lui si è dileguato. Diciamo che se non ci fosse stato mio marito non so come sarebbe andata”. (altro…)

Costruire una comunità educante, la sfida al centro del festival Ensemble

Un adolescente su 7 pensa che controllare la propria partner è segno d’amore. Più del 50% dei giovani tra i 14 e i 15 anni ritiene che baciare qualcuno senza il suo consenso non sia una forma di violenza. Se questi sono i dati di partenza, tratti dall’indagine Teen di Fondazione Libellula, non è difficile credere che il 43% degli uomini pensa che la violenza di genere non sia un fenomeno che li riguarda.

Violenza sulle donne e comunità educante

Questa evidenza è quella da cui sono partiti gli ospiti della tavola rotonda “Una risposta collettiva alla violenza di genere: la comunità educante” tenutasi lo scorso 4 maggio, a cui hanno partecipato Alessia Dulbecco, scrittrice e pedagogista,  Stefano Pagliarini, giornalista,  Debora Moretti, founder di Fondazione Libellula e moderata da Flavia Brevi, all’interno del festival della genitorialità no filter Ensemble, organizzato a Milano da Luz Agency ispirato al lavoro di Anna Acquistapace, founder del podcast Grembo.

Un momento di riflessione per tutta la comunità dei comunicatori, a cui i relatori hanno rivolto un appello, verso una responsabilità più consapevole di chi comunica. “Serve ripensare il concetto di “genitorialità” come responsabile dell’educazione di bambini e bambine: questo compito fondamentale non è più delegabile solo a genitori, famiglia e scuola –  ha incalzato Flavia Brevi, responsabile della comunicazione di Fondazione Libellula -; i media hanno una enorme responsabilità perché oggi sono facilmente accessibili a tutti e fin da età prescolare e hanno allargato i confini della comunità educante. Abbiamo una responsabilità collettiva nei confronti delle nuove generazioni, la loro educazione non è in mano solo ai genitori o alla scuola”. (altro…)

“Il tasso di occupazione femminile italiano è il più basso in Europa”

“Specie dopo la crisi del 2008, le donne trovano più frequentemente lavori a basso salario e questo aggrava il rischio di subire fenomeni di violenza economica. Occorre intervenire, anche perché il nostro tasso di occupazione femminile al momento è il più basso in Europa: basti pensare che quasi il 50% delle donne italiane non ha un lavoro”. 

Lo ha detto il presidente del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, un organo di consulenza del governo in materia di lavoro, economia e leggi sociali) Renato Brunetta, in un convegno sulla sicurezza e pari opportunità sui luoghi di lavoro, tenutosi a Milano lo scorso 30 novembre.  (altro…)

Nel Sud Italia ci sono 305 orfani di femminicidio

Nel Sud Italia si contano 305 orfani di femminicidio, di cui 72 in Campania. Sono i dati emersi nel corso di una tavola rotonda che si è tenuta nel capoluogo partenopeo mercoledì 15 novembre, organizzata dalla cooperativa sociale Irene 95 e dal Consorzio Co.Re, in collaborazione con il Comune di Napoli.   (altro…)

Perché il film “Barbie” merita di essere visto

Ho visto il film “Barbie”, con Margot Robbie (Barbie), Ryan Gosling (Ken) e Will Ferrell (Mattel Ceo) e devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito. Diciamolo subito: questo è un blockbuster e non è nemmeno chissà quale sceneggiatura. Ci sono stati momenti in cui mi sono anche annoiato e ho fatto fatica a seguire la trama. Non vedrete né un film socialmente impegnato capace di cambiarvi l’esistenza ma nemmeno un film demenziale privo di contenuti. 

Tuttavia merita di essere visto. Barbie, la bambola, è il cavallo di Troia di Greta Gerwig e Noah Baumbach per parlare di come la nostra società sia impregnata di maschilismo; di come ci sia un problema, almeno per le donne, che si chiama “patriarcato”. Non a caso la parola “patriarcato”, che per qualche uomo tanto macho quanto insicuro rappresenta una bestemmia, viene nominata in modo esplicito almeno cinque volte negli oltre 120 minuti di pellicola. 

Barbie è un film in cui le bambole vivono in un mondo fantastico, dove le donne (cioè le Barbie) hanno il potere, sia quello sociale che economico e politico. Una realtà nella quale, al contrario del mondo reale, gli uomini (i Ken) non solo sono in minoranza numerica rispetto alle Barbie ma sono anche delle macchiette. Sono quasi inutili e infatti vivono ai margini con un solo scopo di vita: compiacere le donne. Vi ricorda qualcosa? Sì, esatto, proprio come nella società in cui viviamo noi, solo al contrario. 

La nostra società esiste anche nel film. Per motivi che scoprirete andando al cinema, la protagonista (Barbie stereotipo) deve andare nel mondo reale per compiere una missione importante. L’impatto sarà choccante. Qui le donne, che nel suo mondo sono unite e considerate per il proprio valore, vengono trattate dagli uomini come degli oggetti. Barbie si sente a disagio, si sente mortificata e dice espressamente di percepire “qualcosa di violento”. A Ken, che l’accompagnerà, non pare vero invece e non vede l’ora di sapere tutto sul patriarcato. Non per combatterlo ma per applicarlo alla lettera. Tutto questo porterà a degli avvenimenti che sarà interessante da seguire ma anche divertente. Il film infatti si prende gioco del patriarcato della società moderna con anche una buon dose di ironia.  (altro…)

About Me

Giornalista di strada. Classe 1984. Sono nato a Vercelli, mi sono laureato in Scienze Politiche all’università di Macerata e sono cresciuto ad Ancona. Ex Il Messaggero. Collaboro con Ancona Today e Citynews dal 2011. Mi sono sempre occupato soprattutto di cronaca nera e giudiziaria. Oltre quello c’è il nuoto, calcio, cinema e fumetti di Batman. Ho scritto un libro sulla legge Bossi-Fini, ma era un’altra vita. Continua a leggere…

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